al Bar Etna

venerdì 9 marzo 2012

Pompei sorge su un altopiano di formazione vulcanica, sul versante meridionale del Vesuvio, a circa 30 metri sul livello del mare ed a breve distanza dalla foce del fiume Sarno, in una suggestiva posizione, decantata in epoca romana anche da Seneca.

Pompei sorge su un altopiano di formazione vulcanica, sul versante meridionale del Vesuvio, a circa 30 metri sul livello del mare ed a breve distanza dalla foce del fiume Sarno, in una suggestiva posizione, decantata in epoca romana anche da Seneca.
La mancanza di sorgenti o corsi d'acqua sull'altopiano impedì il suo popolamento nelle epoche più remote, anche se nel corso dell' VIII secolo a. C. nella vicina valle del Sarno si erano formati alcuni insediamenti, come testimoniano numerose tombe a fossa.
Pompei dovette subire notevoli trasformazioni urbanistiche ed architettoniche, nel compiere le quali i Sanniti non riuscirono a prescindere dall'influenza greca.
Finalmente, nel II secolo a.C. col dominio di Roma sul Mediterraneo che facilitò la circolazione delle merci, la città conobbe un periodo di grande crescita a livello economico, soprattutto attraverso la produzione e l'esportazione di vino e olio.
Questo stato di benessere si riflette in un notevolissimo sviluppo dell'edilizia pubblica e privata: furono realizzati in questo momento il Tempio di Giove e la Basilica nell'area del Foro, mentre a livello privato una dimora signorile come la Casa del Fauno compete per la grandezza e magnificenza
La situazione economica restò florida per molto tempo e furono creati nuovi importanti edifici pubblici, come l'Anfiteatro e l'Odeon.
"Benvenuto guadagno!": questo è uno dei motti rinvenuti nelle scritte graffiate sui muri della città. Pompei era una città molto attiva e nel corso del II e del I secolo a.C. si era gradualmente industrializzata.
Pompei La fortuna della città fu sin dall'inizio legata alla sua posizione sul mare, che la rendeva il porto dei centri dell'entroterra campano, in concorrenza con le città greche della costa.
Naturalmente l'osca Pompei non poteva sottrarsi all'influenza greca, che si estendeva nel golfo di Napoli fino alla penisola sorrentina, includendo anche le isole di Capri e Ischia.
L'egemonia greca sulla costa campana venne però ben presto minacciata dall'avanzare prepotente di una nuova, formidabile potenza: quella degli Etruschi, che conquistò anche Pompei, risale infatti a quel periodo il Tempio di Apollo e le Terme Stabiane.

Ogni otto giorni, come nelle località vicine, si teneva il mercato. In principio è probabile che a Pompei il commercio sia stato concentrato nel quartiere che circondava il Foro, ma a partire dal II secolo a.C. l'area commerciale si estese in direzione di Via dell'Abbondanza, trasformata in una successione quasi ininterrotta di negozi e taverne.
L'attività principale dei commercianti di Pompei consisteva nella vendita dei prodotti agricoli.
I Vetti, ad esempio, producevano molte qualità di vino, come testimoniano le raffigurazioni pittoriche rinvenute nella loro casa.
Nelle taverne cittadine il vino era coservato in grossi orci di terracotta, tenuti a fresco nelle cavità circolari ricavate nel banco di vendita in marmo. Molte taverne erano attrezzate per servire vino caldo, che era una prelibatezza per gli abitanti della città antica.
Alcune taverne avevano, oltre al negozio sulla strada, locali sul retro dove i clienti potevano sedersi, mangiare e godere degli spettacoli proposti.
La maggior parte dei prodotti consumati nelle locande e nelle botteghe proveniva dai cascinali nei dintorni di Pompei e Stabiae, che fornivano grandi quantità di olio, vino, frutta, verdura e cereali. Nel corso del II secolo a.C. in Campania si era diffusa la coltivazione dell'ulivo che nell'area intorno Pompei aveva acquistato grande importanza.
Le macine per le olive, fabbricate con la pietra lavica del Vesuvio, erano capaci di separare la polpa dal seme ed erano formate da due ruote collegate da una traversa di legno che ruotavano su un perno di ferro infisso in una vasca. 

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